ASTRI

ASTRI (Astronomia a Specchi a Tecnologia Replicante Italiana)

In dettaglio

Il programma ASTRI (Astronomia a Specchi a Tecnologia Replicante Italiana) è nato come proggetto bandiera del MIUR con leadership INAF e finalizzato allo sviluppo tecnologico della prossima generazione degli Imaging Atmospheric Cherenkov Telescopes (IACTs) per l'astronomia gamma di altissime energie (> 10 GeV), alla luce dello sviluppo del Cherenkov Telescope Array Observatory (CTAO) (Pareschi et al. 2013) L'acronimo ASTRI fu coniato da Nanni Bignami (Presidente INAF a quel tempo e grande sostenitore del progetto) ed è strettamente legato al processo di produzione dei segmenti dello specchio primario. Il progetto coinvolge più di 150 ricercatori delle sedi INAF di Bologna, Catania, Milano, Padova, Palermo e Roma, delle università di Perugia, Padova, Catania, Genova e Milano insieme alle sezioni INFN di Perugia e Roma Tor Vergata. I partner internazionali del progetto sono l'università di San Paolo in Brasile, La North Western University in Sud Africa e l'Instituto de Astrofisica de Canarias (IAC) in Spagna. 



La prima fase del progetto è consistita nel design, nella realizzazione e nella dislocazione di un prototipo di Small Size Telescope con uno specchio primario di 4m, inaugurato nel 2014 all'osservatorio di Serra La Nave (Catania, Sicilia) e chiamato ASTRI-Horn in onore di Guido Horn-D'Arturo, lo scienziato italiano che ha introdotto l'idea degli specchi segmentati ora sfruttata soprattutto nell'astronomia gamma. Il prototipo è stato convalidato con la prima detection della Crab con uno strumento che sfrutta una configurazione Schwarzschild-Couder a due specchi (Lombardi et al. 2020). La struttura di questo prototipo è stata scelta per lo sviluppo degli Small Size Telescopes all'interno di CTA. 




Dopo la realizzazione di ASTRI-Horn, il progetto è andato avanti finno ad arrivare all'idea di ASTRI Mini-Array, un array di 9 Small Size Telescopes quasi del tutto identici ad ASTRI-Horn, che avrebbe avuto il ruolo di pathfinder del sito sud di CTA. A causa, però, dell'incompatibilità tra la disponibilità dei fondi per ASTRI e le tempistiche di CTA, nel 2019 ASTRI Mini Array è diventato un progetto indipendente, a leadership INAF, che in accordo con lo IAC si sta costruendo all'osservatorio del Teide (Tenerife, Isole Canarie). Il primo telescopio è già stato realizzato e ora è in attesa della camera, i primi tre telescopi saranno operativi per l'inizio del 2024 e l'intero array sarà completo entro il 2025 (Scuderi et al. 2022) Nel frattempo sono state fatte moltissime simulazioni scientifiche (con relative pubblicazioni) per mostrare come le performances di questo strumento possano rispondere a moltissimi dei quesiti ancora aperti nell'astrofisica delle altissime energie (Vercellon et al. 2022, D'Aì et al. 2022, Saturni et al. 2022). ASTRI Mini-Array avrà infatti una sensibilità e una risoluzione angolare per energie maggiori di 10 TeV senza precedenti che permetteranno non solo di comprendere la natura dell'emissione gamma rivelata da oggeti astrofisici galattici ed extragalattici ottenendo dei dati spettrali migliori e a più alte energie ma anche risolvendo la loro morfologia, punto fondamentale nell'analisi multi-wavelength e nello studio dei meccanismi di accelerazione che producono l'emissione rilevata (vedi progetto sull'accelerazione di particelle).

Team

Nello IAPS di Roma, sono all'interno della collaborazione Martina Cardillo e Giovanni Piano, entrambi ricercatori di terzo livello da dicembre 2021. Martina Cardillo ha diversi ruoli di responsabilità, dal co-coordinamento del working Package Data Processing System al coordinamento delle simulazioni scientifiche legate al ruolo che avrà ASTRI MA nello studio delle sorgenti in grado di accelerare particelle fino a energie di qualche PeV (i cosiddetti Pevatroni). Inolte è co-responsabile della divulgazione legata al progetto.