Il 20 e 21 Marzo 2025
lo IAPS-INAF spalanca le sue porte per mostrare le proprie attività a voi giovan3 student3 universitar3 per farvi conoscere le possibilità di studio e lavoro all’interno dell’istituto.
10 Laboratori Aperti
14 Stand delle attività
Presentazione delle attività scientifiche, tour dei nostri laboratori e illustrazione di grandi progetti italiani e internazionali: il tutto guidato da3 nostr3 ricercator3, tecnolog3 e personale tecnico che saranno a disposizione per rispondere a dubbi, domande e curiosità, illustrandovi in modo concreto quali sono le possibilità di studio e ricerca all’interno dei nostri progetti.
Come accedere all'area di ricerca
Per aiutarci a organizzarci al meglio, prenotate il vostro accesso in area e soprattutto le visite ai laboratori, che saranno a numero chiuso. La prenotazione in loco sarà comunque possibile, senza limiti di accesso per gli SciencePoints e fino a esaurimento posti per i laboratori.
Non dimenticate di portare con voi un documento di identità per essere identificati all'entrata.
Science Points

A caccia di raggi gamma: accelerazione di particelle e telescopi Cherenkov
L'astrofisica ha il superpotere di permetterci di vedere ciò che resta invisibile ai nostri occhi. Un esempio è la radiazione gamma, la "luce" più energetica che esista, emessa soprattutto da quelle che sono le straordinarie "reincarnazioni" delle stelle: dai resti di Supernova alle pulsar fino ai buchi neri.
Questa radiazione è talmente energetica che non possiamo metterla a fuoco e per questo abbiamo dovuto creare dei metodi ingegnosi per riuscire a catturarla e a studiarla. Viaggeremo tra questi oggetti straordinari immergendoci nel mondo dellǝ astrofisicǝ "gamma" e dei "superpoteri" che sfruttano per capirne i segreti più "esplosivi".
REFERENTE: Martina Cardillo (martina.cardillo@inaf.it)

Geologia Planetaria
La ricerca in Geologia Planetaria è ancorata nel dialogo tra le Scienze della Terra e la Planetologia. Nota anche come Astrogeologia, nasce negli anni ‘60 insieme all’esplorazione lunare. L’esplorazione spaziale infatti ha permesso di applicare le tecniche d’indagine geologica già rodate in ambito terrestre ad altri corpi solidi (rocciosi o ghiacciati) del Sistema Solare. Le investigazioni geologiche terrestri possono essere utilizzate per decifrare gli ambienti attuali e passati di altri pianeti, così come i paesaggi e le rocce extra-terrestri possono insegnarci molto sul distante passato della Terra.
Le numerose tecniche geologiche applicabili all’investigazione di morfologia, stratigrafia, tettonica e vulcanesimo extra-terrestri, spaziano dalla cartografia planetaria, all’analisi strutturale, al modeling numerico, alle indagini di ambienti analoghi di campagna fino alla realtà aumentata. Tali tecniche non solo permettono di acquisire informazioni preziose sull’evoluzione della superficie esposta, ma anche di ricostruire la struttura interna dei corpi in esame. L’interpretazione geologica di superfici planetarie rilevate da remoto, permette la pianificazione e l’ottimizzazione delle indagini degli strumenti a bordo delle missioni spaziali. In conclusione, dalla sua nascita fino ad oggi, questa disciplina ha permesso e permetterà sempre di più di avvicinare i corpi planetari all’uomo, rendendoli meno distanti.
REFERENTE: Valentina Galluzzi (valentina.galluzzi@inaf.it)

I lampi gamma (GRB): Le Esplosioni più violente nell'Universo
I Gamma-ray bursts (GRB) sono le esplosioni più luminose dell’Universo, emettono un segnale breve (secondi) ad alte energie, seguito da un afterglow di durata maggiore (da giorni ad anni) e a diverse frequenze. Sono prodotti dalla collisione di due oggetti compatti (merger) o dal collasso di un progenitore massiccio, con differenze osservabili nella loro emissione.
Il nostro gruppo studia tutti gli aspetti dei GRB usando modelli multi-banda dell’afterglow allo scopo di analizzare le proprietà del progenitore e dell’ambiente che lo circonda. Inoltre, per i GRBs prodotti da merger, sfruttiamo anche le onde gravitazionali, analizzando questi eventi in un’ottica multi-messaggera.
REFERENTE: Aishwarya Thakur (aishwarya.thakur@inaf.it)

Le culle delle stelle
La formazione di stelle e pianeti avviene nelle nubi molecolari giganti, ricche di gas, atomico e molecolare, e polveri fredde, a poche decine di gradi Kelvin. Gravità, turbolenza, campo magnetico e processi di feedback, plasmano il mezzo interstellare dalle scale delle nubi (centinaia di parsec) fino alle scale dei dischi protoplanetari (centinaia di unità astronomiche).
Il Gruppo di Formazione Stellare e Planetaria studia da oltre vent’anni le fasi di questo processo multiscala, grazie a grandi progetti osservativi in fotometria e spettroscopia, che ne hanno fatto un gruppo di eccellenza nel panorama internazionale, e grazie anche a simulazioni di chimica dei dischi protoplanetari, con progetti in sinergia con altri Istituti di ricerca Europei.
REFERENTE: Chiara Mininni (chiara.mininni@inaf.it)

Imaging X-ray Polarimetry Explorer (IXPE) e Polarimetria X
La missione IXPE di NASA e ASI è stata lanciata il 9 Dicembre 2021 e recentemente ha vinto il premio Bruno Rossi della Società Americana di Astronomia per le nuove scoperte ottenute grazie alla polarimetria X, su buchi neri, stelle di neutroni, resti di supernovae e nuclei delle galassie, studiandone gli intensi campi magnetici e i meccanismi di accelerazione delle particelle.
Il team IAPS con tenacia ha sviluppato negli ultimi 30 anni tecniche per misurare la polarizzazione in X che ha portato alla realizzazione dello strumento a bordo di IXPE. Oggi siamo impegnati nell’analisi dei dati astrofisici e nello sviluppo di rivelatori per polarimetria X di nuova generazione in vista di future missioni, come CUSP che studierà il sole, e che grazie ai risultati di IXPE stanno ricevendo un rinnovato grande interesse.
REFERENTI: Alessandro Di Marco (alessandro.dimarco@inaf.it) e Fabio La Monaca (fabio.lamonaca@inaf.it)

Alla scoperta della Gravitazione con Einstein e BepiColombo
Il Gruppo di Gravitazione Sperimentale è coinvolto in diversi progetti scientifici dedicati a testare la gravitazione al di là delle previsioni della teoria della Relatività Generale di Einstein. L’intento è ricercare effetti previsti da teorie alternative e possibilmente collegati a ''nuova fisica'' sfruttando satelliti geodetici e per la navigazione. Inoltre, il Gruppo gestisce le operazioni scientifiche, l'analisi e l’elaborazione dei dati dell'accelerometro ISA (Italian Spring Accelerometer) a bordo della missione spaziale BepiColombo verso Mercurio. Questo strumento ad alta sensibilità misurerà le perturbazioni non gravitazionali subite dalla sonda nella fase orbitale, al fine di ricostruire il campo gravitazionale del pianeta ed effettuare alcuni test di Relatività Generale.
REFERENTI: Feliciana Sapio (feliciana.sapio@inaf.it) e Marco Lucente (marco.lucente@inaf.it)

Heliospheric Plasma Physics
Le stelle presenti nell’universo, così come lo spazio intergalattico, interstellare ed interplanetario, sono ambienti permeati da materia allo stato di plasma: un mezzo complessivamente neutro composto di materia ionizzata. Lo studio dei plasmi è fondamentale per la comprensione di innumerevoli processi astrofisici, dall’accelerazione delle particelle, alla dissipazione in mezzi non collisionali. In questo ambito, l’eliosfera rappresenta un laboratorio unico per lo studio dei plasmi spaziali, essendo prossimo a noi e quindi accessibile a misure dirette.
Il nostro gruppo studia le proprietà del plasma di origine solare e il suo impatto sulla Terra e sugli ambienti planetari. Siamo da molti anni coinvolti nella progettazione e nella gestione di esperimenti a bordo di missioni spaziali e nell’analisi dei dati. L’unione di modelli teorici con osservazioni spaziali ci permette di modellizzare la dinamica del vento solare e la sua interazione con la Terra, valutando così l’impatto delle perturbazioni solari su sistemi tecnologici ed attività umane.
REFERENTE: Simone Benella (simone.benella@inaf.it)

Planetary Atmospheres
Le atmosfere planetarie sono un laboratorio di inestimabile valore per comprendere come il nostro Sistema Solare, o quelli extrasolari. Scudo e coperta termica per il proprio pianeta, l’atmosfera è teatro di reazioni chimiche, eventi dinamici come venti, tempeste e uragani che contribuiscono a rimescolarne la composizione, definendo quindi quali gas, particelle o ghiacci sia possibile osservare dallo spazio.
Venite a studiare insieme a noi allo IAPS le atmosfere di pianeti rocciosi, come quelle di Venere e Marte ricche di anidride carbonica, e di giganti gassosi come Giove e Saturno, costituite principalmente di idrogeno molecolare e metano.
REFERENTE: Fabrizio Oliva (fabrizio.oliva@inaf.it)

Planetary Space Weather (PSW)
Il gruppo di Planetary Space Weather in IAPS studia le magnetosfere e le esosfere dei corpi del Sistema Solare, e le loro interazioni con il Sole e l’ambiente esterno (in termini di radiazione, campo magnetico interplanetario e plasma solare). Il PSW è un'estensione ad altri corpi dello Space Weather alla Terra che nasce come studio delle interazioni Sole - spazio circumterrestre, e dei suoi effetti su tecnologia e telecomunicazioni.
Lo studio di PSW in IAPS procede sia attraverso modelli e studi teorici che con analisi dati di telescopi da Terra e da satellite. Il maggior coinvolgimento attuale del gruppo è sulla missione ESA/JAXA BepiColombo a Mercurio con lo strumento SERENA, di cui uno dei suoi 4 sensori (ELENA) è stato progettato e testato quasi interamente ‘indoor’. SERENA osserverà in-situ le popolazioni di particelle neutre e ionizzate a diverse energie, e aiuterà a ricostruire la dinamica dell’ambiente di Mercurio.
REFERENTE: Valeria Mangano (valeria.mangano@inaf.it)

Spettroscopia planetaria
La spettroscopia planetaria è essenziale per studiare le superfici planetarie. La luce solare, interagendo con un pianeta, viene assorbita, riflessa o emessa in base alla sua composizione. Analizzando lo spettro risultante, è possibile identificare elementi e composti, rivelando la mineralogia di un corpo celeste. Strumenti spettrometrici, installati da INAF su missioni come DAWN e Mars Express, permettono di analizzare i minerali e ricostruire l’evoluzione di Cerere e Marte. Questa tecnologia è fondamentale per comprendere la storia del nostro sistema solare.
REFERENTI: Giacomo Carrozzo (giacomo.carrozzo@inaf.it) e Andrea Raponi (andrea.raponi@inaf.it)

JUICE, alla scoperta di Giove e le sue lune ghiacciate
JUpiter ICy moons Explorer (JUICE) è stata selezionata nel 2012 come prima missione di classe Large nell'ambito del programma “Cosmic Vision” dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). JUICE è la prima missione a guida europea per l'esplorazione del sistema di Giove. È stata lanciata con successo il 14 aprile 2023 e arriverà a Giove nel luglio 2031.
JUICE caratterizzerà le condizioni che potrebbero aver portato all'emergere di ambienti abitabili in cosiddetti “mondi oceanici” come i satelliti galileiani ghiacciati Ganimede, Europa e Callisto. Ganimede è stato scelto come obiettivo primario di JUICE perché è il satellite più grande, è completamente differenziato al suo interno e ha un ambiente magnetico unico. Per Europa l'attenzione è rivolta alla geologia, alla composizione superficiale e alla struttura del sottosuolo. Lo studio della diversità del sistema dei satelliti, importante anche per far luce sulle loro origini, sarà integrato da diversi sorvoli di Callisto e da ulteriori informazioni raccolte a distanza su Io ed altri obiettivi minori. Frequenti osservazioni dell’atmosfera e della magnetosfera di Giove, condotte nell'arco di alcuni anni, miglioreranno ulteriormente la nostra comprensione dell’evoluzione e delle dinamiche del sistema gioviano.
Il contributo italiano a JUICE è significativo. In particolare, INAF guida la fotocamera ottica JANUS, co-dirige lo spettrometro ad immagine MAJIS ed è pure coinvolto nel radar sounder RIME.
REFERENTI: Francesca Furnari (francesca.furnari@inaf.it) e Francesca Vitali (francesca.vitali@inaf.it)

La missione Juno: svelare i segreti di Giove e delle sue lune tramite lo spettrometro JIRAM
La missione Juno è l’unica missione attualmente in orbita nel sistema gioviano. Il lancio del satellite è stato effettuato nel 2011 e gli strumenti sono tutt’oggi operativi e forniscono dati che vengono analizzati dagli ricercatori del nostro istituto e dai loro partener internazionali.
Tra i vari strumenti a bordo, sponsorizzati dall’Agenzia Spaziale Italiana, vi è lo spettrometro ad immagine Jovian InfraRed Auroral Mapper (JIRAM).
Tra i risultati di JIRAM che verranno mostrati al pubblico ricordiamo: i cicloni polari di Giove, le scoperte riguardo le sue aurore e nubi, le caratteristiche spettrali delle paterae vulcaniche di Io e dei deserti ghiacciati di Europa e Ganimede.
REFERENTI: Francesco Biagiotti (francesco.biagiotti@inaf.it), Melissa Mirino (melissa.mirino@inaf.it) e Matteo Paris (matteo.paris@inaf.it)

Attività relative alla Luna
Negli ultimi anni, l’interesse per la nostra Luna è aumentato in modo significativo, con l’approvazione di un nuovo programma della NASA per l’esplorazione lunare umana, Artemis, nonché di diverse missioni robotiche cinesi di successo. La corsa alla Luna ha permesso la raccolta di una grande quantità di campioni di roccia e di regolite lunare. Dopo un intervallo di 20 anni, dal 1994 in poi, diverse missioni spaziali, prima guidate dagli Stati Uniti e poi da Giappone, India e Cina, hanno migliorato drasticamente la conoscenza del nostro satellite naturale. A valle di ciò è evidente come lo studio della superficie della nostra Luna sia di fondamentale importanza.
Recentemente, grazie a diversi progetti finanziati, sia a guida INAF che non, nel nostro gruppo, composto da ricercatori e tecnologi esperti sia in analisi dati che in attività di laboratorio, è stato possibile intraprendere uno studio dettagliato di diverse regioni lunari di interesse. In particolare, ci occupiamo dello studio delle caratteristiche morfologiche e mineralogiche della superficie lunare attraverso dati acquisiti da camere e spettrometri ad immagine. Inoltre, questo lavoro è coadiuvato da analisi di laboratorio di campioni di meteoriti e simulati lunari, volti a migliorare la comprensione delle caratteristiche chimico-fisiche della superficie del nostro satellite.
REFERENTI: Francesca Zambon (francesca.zambon@inaf.it) e Federico Colaiuta (federico.colaiuta@inaf.it)

Le attività di didattica, divulgazione e comunicazione dell’IAPS
L’ufficio Didattica e Divulgazione dell’IAPS diffonde la cultura scientifica attraverso media, scuole e pubblico. Realizziamo progetti editoriali innovativi, realtà virtuale, video scientifici e dirette osservative.
Vi presenteremo le attività e le diverse opportunità per studenti in comunicazione, divulgazione e didattica della scienza.
REFERENTI: Federica Duras (federica.duras@inaf.it) e Giulia Mantovani (giulia.mantovani@inaf.it)
Laboratori
IAPS apre i suoi laboratori alle visite. I nostr3 espert3 illustreranno le attività dei laboratori, mostrando strumentazione, ricerche e componentistica spaziale.
I laboratori saranno divisi in tre diversi tour.
Orari dei tour:
10:45 | 14:00 | 16:00
Tour Laboratori A

Camera a Plasma
La camera al plasma sviluppata presso INAF-IAPS è una facility in grado di riprodurre un grande volume di plasma spaziale ovvero con densità, temperatura elettronica ed energie ioniche nell’intervallo di quelli riscontrati nella ionosfera e nello spazio interplanetario. Le principali attività sperimentali riguardano:
- Progettazione e sviluppo di strumenti di plasma e relative attività di test e calibrazione,
- test di compatibilità con il plasma spaziale per materiali
- tecnologie per applicazioni spaziali.
Si propongono collaborazioni in attività di simulazioni, caratterizzazioni e calibrazioni strumentali per studenti dei corsi di Laurea triennale, specialistica e PhD finalizzati a futuri sviluppi sperimentali per laboratorio e missioni spaziali.
REFERENTE: Piero Diego (piero.diego@inaf.it)

I-ENA Lab: Sviluppo e test di rivelatori per lo Space Weather Planetario (PSW)
L' I-ENA Lab è una facility di sviluppo e testing di strumentazione spaziale, con applicazioni per lo Space Weather Planetario (l’interazione del vento solare con corpi del nostro sistema). In due diverse camere da vuoto, i rivelatori possono essere bombardati con flussi di ioni o neutri per studiarne le caratteristiche e ottimizzarne le prestazioni.
ATTIVITÀ IN CORSO:
- test con particelle e ottimizzazione del software sul modello flight spare di ELENA, strumento per atomi neutri a bordo del satellite BepiColombo in orbita intorno a Mercurio nel 2026
- sviluppo di un nuovo rivelatore a gas per osservazioni della magnetosfera terrestre
- bombardamento di analoghi planetari e meteoriti
REFERENTI: Luca Colasanti (luca.colasanti@inaf.it) e Elisabetta De Angelis (elisabetta.deangelis@inaf.it)

SPARK LAB (SPAce Rock Key-analysis Laboratory)
In questo laboratorio si sviluppano e qualificano sensori a microbilancia per la rivelazione di polvere planetaria e composti volatili di interesse astrobiologico (acqua, organici) nello spazio e di contaminanti spaziali. Si effettuano i seguenti test:
- Funzionalità (monitoraggio delle misure fondamentali)
- Termica, per verificare la capacità dello strumento di lavorare a diverse temperature
- Performance, per verificare la capacità dello strumento di monitorare un processo di deposizione
- Analisi termogravimetriche, attraverso le quali viene analizzato il materiale che desorbe dalla polvere a seguito di un processo di riscaldamento.
Inoltre, vengono effettuate analisi su campioni di meteoriti analoghi in composizione a corpi planetari, in particolare si effettuano processamenti termici, setacciamento, imaging, analisi di spettrometria e bombardamento laser.
REFERENTE: Fabrizio Dirri (fabrizio.dirri@inaf.it) e Andrea Longobardo (andrea.longobardo@inaf.it)
Tour Laboratori B

Laboratorio per sviluppo di strumentazione per polarimetria X e IXPE
L'American Astronomical Society ha recentemente assegnato il premio Bruno Rossi alla missione IXPE finanziata da NASA e ASI, lanciata il 9 dicembre 2021, per aver introdotto la polarimetria X come nuovo metodo per l'astrofisica delle alte energie. Questo risultato è il culmine di 30 anni di ricerca condotta dal team IAPS, che ha portato allo sviluppo di un rilevatore italiano nel cuore di una missione della NASA.
Nei nostri laboratori mostreremo il luogo in cui questi sforzi hanno portato alla creazione di questi rivelatori, mostrando i primi prototipi fino alla loro versione che ora è a bordo del satellite. Attualmente il team è anche impegnato nello sviluppo di una nuova generazione di polarimetri a raggi X per missioni future basati su nuove tecniche/tecnologie.
REFERENTI: Alessandro Di Marco (alessandro.dimarco@inaf.it) e Fabio La Monaca (fabio.lamonaca@inaf.it)

Gravitazione Sperimentale: misure e strumenti
Nel Laboratorio di Gravitazione Sperimentale vengono sviluppati e testati accelerometri, strumenti che misurano piccoli spostamenti e caratterizzati da sensibilità estremamente elevate, utilizzati per misure del campo gravitazionale (gravimetri/gradiometri), delle perturbazioni non-gravitazionali su satelliti (radiazione solare, atmosfera) e delle vibrazioni del suolo (sismometri). Gli accelerometri consentono di eseguire esperimenti/misure per studiare il campo gravitazionale della Terra e di altri pianeti, misurare costanti fondamentali (G - costante di gravitazione universale), verificare le previsioni della Relatività Generale di Einstein. Nel Laboratorio vedremo un modello 1:1 dell’accelerometro ISA della missione BepiColombo diretta verso Mercurio, alcuni dei sensori realizzati per i progetti in corso, nonché alcuni strumenti utilizzati per caratterizzarli e calibrarli.
REFERENTE: Francesco Santoli (francesco.santoli@inaf.it) e Marco Lucente (marco.lucente@inaf.it)

Astrofisica delle alte energie nei sistemi di accrescimento: dal radio al gamma
Il gruppo INTEGRAL dell’IAPS ha una lunga esperienza nel campo dell'astrofisica delle alte energie ed è stato coinvolto nella progettazione, realizzazione, calibrazione, gestione e sfruttamento scientifico di strumenti a bordo di satelliti astronomici e palloni stratosferici. Recentemente le competenze del gruppo riguardano l’intero spettro elettromagnetico con particolare attenzione alla Radioastronomia.
Il gruppo è coinvolto nello studio dei processi di emissione termici e non termici in sorgenti galattiche ed extragalattiche, compreso il follow-up multifrequenza dei nuovi transienti, come le onde gravitazionali, i neutrini e i "fast radio burst”.
REFERENTE: Gabriele Bruni (gabriele.bruni@inaf.it)
Tour Laboratori C

Laboratorio criogenico per Astrofisica X: i rivelatori superconduttivi TES e la missione ATHENA
Nel laboratorio criogenico per Astrofisica X sviluppiamo tecnologia di frontiera per l’osservazione del cielo in raggi X dallo spazio. L’obiettivo finale è quello di studiare le componenti più calde ed i fenomeni più energetici dell’Universo, per la cui osservazione sono richiesti rivelatori ad elevata risoluzione spettrale e basso rumore di fondo. Questi rivelatori sono basati su sensibilissimi termometri superconduttivi TES (Transition Edge Sensor), che vengono operati ad una temperatura prossima allo zero assoluto (T=50 mK, circa -273 °C). Per raggiungere questa temperatura nel nostro laboratorio sono presenti due complessi sistemi di raffreddamento: un criostato a diluizione ed un criostato a demagnetizzazione adiabatica.
Al momento il nostro lavoro è dedicato allo sviluppo di un rivelatore TES per la missione ATHENA dell’ESA, un grande osservatorio X che verrà lanciato nel 2037.
REFERENTE: Matteo D'Andrea (matteo.dandrea@inaf.it)

PLAB laboratorio di atmosfere planetarie
Il laboratorio di Planetologia si occupa da anni di misurare sperimentalmente i parametri ottici di gas tipici delle atmosfere planetarie sottoposti alle stesse condizioni di alta/bassa pressione e alta e bassa temperatura. Per la prima volta si è ricreata in laboratorio l’atmosfera di Venere, ricca di anidride carbonica la cui pressione al suolo raggiunge circa 90 bar mentre la temperatura è di circa 500°C.
Attualmente il team del laboratorio è impegnato nello studio del gigante gassoso Giove, principalmente costituito da idrogeno ed altre piccole concentrazioni di He e CH4. Oltre a questa attività, si eseguono test di calibrazione e qualifica di sistemi e sottosistemi otto-meccanici che andranno a far parte dello strumento selezionato per la missione. In particolare, sono stati eseguiti test per lo spettrometro MAJIS a bordo della missione JUICE, dedicata allo studio di Giove e le lune ghiacciate, lanciata ad Aprile 2023.
REFERENTE: Stefania Stefani (stefania.stefani@inaf.it)

Sistemi di controllo per strumentazione spaziale
Questa visita offrirà l’opportunità di accedere alla control room dell’IAPS dove è collocata una riproduzione operativa dello strumento scientifico VIS a bordo del telescopio spaziale Euclid.
Sarà possibile vedere da vicino come funziona la consolle di comando e controllo della fotocamera spaziale VIS e quali tecnologie sono state sviluppate per controllare lo strumento in ogni fase.
Durante la visita verranno anche illustrate:
• Le modalità di comunicazione tra il segmento di terra e il satellite, simulando in tempo reale l’invio di comandi e la ricezione dei dati.
• Le attività richieste dall’Agenzia Spaziale Europea per il raggiungimento degli elevati standard di affidabilità delle tecnologie spaziali.
REFERENTE: Maria Farina (maria.farina@inaf.it)

Laboratorio di spettroscopia X e X-ray timing
Nel team di Spettroscopia X e X-ray Timing ci occupiamo dello sviluppo di tecniche di analisi dati e di strumentazione spaziale satellitare e lunare all'avanguardia, finalizzata allo studio degli oggetti più estremi dell'Universo, come buchi neri, stelle di neutroni e Gamma Ray Bursts.
Durante la visita osserverete da vicino tutte le fasi di sviluppo di un satellite per lo studio dell'emissione di raggi X e gamma dallo spazio: dalla problematica scientifica, al design, ai prototipi, fino all'integrazione, qualifica e test delle sue performance.
Il nostro team è composto da ricercatori e tecnologi con diversa formazione accademica, come fisica, matematica, ingegneria aerospaziale, meccanica ed elettronica.
REFERENTE: Francesco Ceraudo (francesco.ceraudo@inaf.it)
Se sei curiosə di vedere cosa ti aspetta, dai un'occhiata all'evento dell'anno scorso nella pagina dedicata.
La mappa dell'area di ricerca
Cos'è lo IAPS
L’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS) è una delle sedi romane dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
Si tratta di un istituto in cui si fa ricerca di alto livello, dalla planetologia alle alte e altissime energie fino alla progettazione di strumentazione spaziale.
Visita la sezione Linee di ricerca del nostro sito per saperne di più.